Redazionale
Purtroppo, la fiducia nel “potere risolutivo della politica”: “la politica è tutto” ed accomoda per il meglio le cose, è una trappola mortale per un ‘don Abbondio’ qualsiasi.
Nella smodata illusione di ritenersi veri politici, non si sono accorti che di politico avevano poco o nulla e qualcuno era solo un “incartapecorito”che aveva depotenziato il senso di certi rapporti, o meglio, li aveva ridotti alla semplice gestione del proprio egoismo individuale, grande o piccolo che fosse, ora esasperato dal fuoco prometeico che brucia per sé tutto quello che intorno gli serve per la sua affermazione, ora intruppato nella massa che diventa essa sola il soggetto da far prevalere.
Proprio perché ci siamo accorti di questo pericolo è nata in Noi l’esigenza della riscoperta dell’uomo come persona, che vada oltre quell’entità indifferente e disaggregata da ogni appartenenza sociale, utile solo per certe esclusive sue esigenze.
Ci siamo trovati quindi , ora più che mai, nella necessità di contribuire ad uno sforzo di interpretazione della vera realtà che ci circonda; è diventato urgente ricominciare a pensare, ad aiutare a far pensare e riattivare l’immaginazione pratica e dal momento che siamo ‘giornalisti’, si “giornalisti, veri cronisti”, noi del “Fendente” mettiamo allo scoperto la verità.
Nessuno sa cosa troveremo in fondo al tunnel in cui ci siamo cacciati.
Stiamo arrivando al capolinea di un percorso che non si è sviluppato in un unico itinerario: quello giusto e ci accorgiamo che sarà piuttosto difficile poter superare la situazione attuale senza un impegno serio e senza la disponibilità almeno di tentare di togliere l’incrostazione dopo tanta inerzia.
Di ‘trappole’ o ‘trabocchetti’, comunque vogliate identificarli, ce ne stanno procurando a iosa ma “non ci fermeranno proprio” ed anche se non è una cosa facile, è una sfida che per questo merita di essere vissuta , non ci rassegniamo, non abbassiamo la testa, non ci riduciamo menestrelli, come vorrebbero alla loro fatalità che sarebbe la conseguenza di una abdicazione a quel destino che altri hanno contribuito a costruire ma che Noi non accettiamo.
Perciò esercitiamo ed eserciteremo il nostro “diritto dovere” di informare i cittadini. Ora basta veramente.
Gino Dente –
direttore responsabile
del “Fendente”