Archivio del Fendente

2007-2011

A cena con Gilberto Simoni

Palù di Giovo (TN) – Palù di Giovo: “la capitale italiana della storia del ciclismo” inizia cosi la Festa del "Fans Club Gilberto Simoni", Gibo per i suoi tifosi. Oltre 500 persone- tifosi, amici e simpatizzanti – riunite la sera dell’Immacolata al Palazzetto dello sport, di questo piccolo gruppetto di case arroccato in Val di Cembra. Un paese intero a rendere omaggio al suo campione: Gibo, un ciclista d’altri tempi.

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Ci sono proprio tutti, c’è il mondo del ciclismo in passerella. Il primo a salire sul palco, dopo il suo illustre festeggiato, Giacomo Santini “grazie per quello che ci hai già dato Gilberto” dice con un timbro di voce importante. E Gilberto, capelli corti a spazzola, un gessato grigio e nero, sorride – quasi imbarazzato – nascondendosi dietro due piccoli occhi azzurri. “Gilberto è un campione di umanità e di modestia” prosegue Santini “è un esempio per i giovani, rimarrà per sempre quello che Gilberto ha saputo dare”. Perchè Gibo classe 1971, quest’anno correrà ancora, con una squadra tutta nuova e tanta voglia di vincere “ci sarà ancora un 2008 da scommettere” dice con un sorriso audace, che la sua lunga. Vengono serviti i primi – un risotto al teroldego squisito – mentre sul palco si avvicendano grandi nomi del ciclismo di oggi e di ieri. Leonardo Bertagnolli, il pupillo di Gibo, Riccardo Riccò l’amico e compagno di squadra. Alessandro Bertolini, il protagonista del mondiale 2007 di Stoccarda.

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Poi è la volta della dinastia Moser, una famiglia allevata a pane e bicicletta: Diego Moser – fratello di Francesco, zio della moglie di Gilberto – e i suoi figli Moreno – giovane promessa al primo anno da juniores – e Leonardo già professionista da qualche anno, e poi ancora Michele e gnazio. Ci sono anche coloro che hanno fatto il ciclismo: Gianni Savio – scopritore di talenti sud americani degli anni ‘50 -, Mosna – il fotografo del ciclismo -, Nino Marconi – lo scopritore di Francesco Moser, e il guru dei corridori del Trentino -. C’è anche Silvano Janez – il mito di Gilberto – che lo staccò su per il Manghen, Yanez che a 52 anni ancora gareggia con i migliori. Ci sono gli amici e compagni di gare, gli atleti della mountain-bike, disciplina della quale Gilberto è maglia tricolore al campionato italiano Marathon nel 2006. C’è Martino Fruet – uno dei più forti bikers discesisti -, e ancora i campioni Cattaneo e Deho. C’è anche la professionista trentina di bici su strada – Luisa Tamanini -, che si allena su per il Monte Bondone. C’è tanta gente, perchè Gibo è amato da tutti quanti. Sullo schermo sopra il palco, scorromo le immagini delle più belle vittorie di Gilberto, come quella del 2007 sullo Zoncolan  – lato più diffcile di Ovado – dove Gibo vince per la seconda volta, e dove il Friuli lo incoronerà suo Re. 

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Gilberto Simoni è uno che ce l’ha fatta, uno che si è affermato, ma ciò nonostante resta uno come tanti. E’ questa la sua forza. Gilberto Simoni è la stessa persona sia in bici, che sul podio che tra la gente. Gilberto Simoni  – con un viso da fanciullo e un sorriso disarmante – è uno di noi. Un uomo onesto, un atleta umile con una grande educazione. Gibo è uno che non si è mai montato la testa, uno che quando gira in paese su a Palù, ha una parola e un saluto per tutti. Siamo seduti accanto a due suoi amici di allenamento Claudio e Maurizio “Gibo è un grande” dicono “ha un recupero straordinario e sa ascoltare il suo fisico”, “è un ciclista all’antica e per lui la parola data è sacra”. Intanto, in mezzo alla sala tagliano la torta, mentre un trentino passa tra i tavoli con un barattolo di maraschino alle ciliege – fatto in casa con la grappa di 50° – ci assicura. Al di là dei vetri appannati, scoppiettano i fuochi d’artificio, mentre Gilberto stringe mani, e dispensa sorrisi e abbracci a destra e a manca. Ci fermiamo anche noi a salutarlo, perchè Gibo lo conosciamo e tifiamo per lui da tanto. Lo abbiamo incontrato l’anno scorso in settembre a Trento dopo una gara e, una volta per caso, mentre ritornava in bici a Palù. Si ricorda di noi. Scattiamo una foto, e senza dir niente, lui si mette in posa. Sorride e ci ringrazia. Intanto dietro di noi c’è la fila, tanta gente importante che vuole salutarlo, mentre lui parla con noi, due sconosciuti.

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Incontrare Gilberto Simoni, sbalordisce ogni volta. Tanta è la semplicità, la genuinità e l’umiltà che emana ogni suo gesto. Gibo ha un carattere d’acciaio, è uno schietto che dice sempre ciò che pensa:  tipico tratto delle persone coerenti. E’ un ciclista eroico, uno che conosce la fatica e per questo la rispetta, Simoni è un campione vero, con un animo nobile e delicato. Gilberto Simoni è uno che non dimentica mai da dove viene e, proprio per questo, lui può permettersi il lusso di essere, in ogni occasione e con qualsiasi persona, quello che è veramente: pregio unico e ineguagliabile degli uomini veri.

 

Monia Mariani

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