Archivio del Fendente

2007-2011

L’otto per mille alla chiesa è in calo

Piange il monsignore ragioniere generale del Vaticano.

Piange perché cominciano a piangere le casse che amministra dove arrivano i fiumi di euro dell’otto per mille, un  meccanismo che fa ricevere alla chiesa più del doppio di quello che gli spetterebbe,  un meccanismo che era stato elaborato con la consulenza del “laico” Giulio Tremonti al tempo della revisione del concordato nell’84. Finanza creativa al servizio della Divina Provvidenza.
Quest’anno sarà un po’ meno questa Provvidenza, meno 35 miliardi di euro, perché è aumentata la percentuale dei contribuenti, ottocentomila in più, che hanno scelto lo Stato anziché la chiesa. E scegliere lo Stato, questo nostro Stato, anziché i vescovi, è già tutto dire.
Secondo “Adista”, un’agenzia di notizie sul mondo cattolico, la Cei è corsa subito ai ripari, con una lettera destinata ai cattolici italiani, dove si inviterebbero sacerdoti, religiosi e catechisti a non aver timore nel chiedere i soldi ai fedeli “garantendo comunque la massima trasparenza nel far conoscere la situazione economica e i conti delle nostre parrocchie e di tutte le realtà ecclesiali”.
Ma non è finita lì, perché la Conferenza Episcopale sta valutando l’ipotesi di incrementare la campagna pubblicitaria (agenzia Saatchi&Saatchi). La pubblicità aiuta a vendere, anche spacciando lucciole per lanterne, ma se poi non si rimane soddisfatti di quello che si compra il cliente si disaffeziona. E anche se non lo danno a vedere, quando mai?, nelle curie sono molto preoccupati, e in questo caso non basteranno le preghiere.

Ecco un caso:

esemplare di come l’otto per mille destinato allo Stato alla fine della fiera finisca nelle tasche dei vescovi. [clic sopra per ingrandire]

(tratto da albertocane blog)

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